|
|
Ancora una volta il Sole è per qualche giorno spotlessTAG: cicli solari, macchie solari, ciclo 24, previsione ciclo 24
La macchia solare 1084 NOAA il 3 luglio 2010 (immagine del nostro osservatorio).
Ormai le scarse o assenti macchie solari stanno diventando una costante nonostante l’avanzamento del ciclo 24 ed anche il Solar Flux non sembra mai decollare. Ricordo che il Solar Flux rappresenta quanto è caldo il plasma posto sopra le regioni attive della superficie solare. Più regioni attive ci sono, più è alto il Solar Flux.
Quindi nonostante il NOAA e il SIDC si ostinino a contare per il numero di Wolf anche piccoli pore, che normalmente non dovrebbero essere contati, e che possono essere visti abbastanza facilmente con un potente telescopio, questi non riescono e non possono alzare il Solar Flux.
Infatti tenendo conto del comportamento del Solar Flux in rapporto al sunspots number (numero di macchie solari), per tutti i cicli per i quali il Solar Flux è disponibile, si scopre che c’è un distaccamento deciso l’uno e l’altro nei due grafici da alcuni mesi, ossia da quando le grandi istituzioni hanno deciso di tener conto anche di piccoli pore nel loro conteggio.
Immagine tratta da Solen. Come si vede il Solar Flux è quasi costantemente al di sotto di 80 da quasi un mese.
Di conseguenza, per sapere come va veramente con il nostro Sole, cerchiamo di guardare al Solar Flux, lasciando perdere i picchi fugaci dovuti a qualche solitario flare, perché con qualche flare comunque il Solar Flux ne risente positivamente, anche se non in maniera continuativa.
La continuità con il passato è importante per poter giudicare cosa sta accadendo alla nostra stella, ma alle grandi istituzioni questo non sembra interessare.
Immagine tratta dal database di SDO e che rappresenta uno di momenti migliori di attività della nostra stella di questi ultimi tempi. È il 5 agosto del 2010
Sembra quasi che gli attuali osservatori istituzionali consultino prima il magnetogramma del Sole e poi si ostinino a ricercare qualcosa all’interno di un’area presente da contare ad ogni costo, dando ragione a chi pensa che nella realtà “i fatti non esistono, ma esistono solo interpretazioni”.
Non occorre essere complottisti per capire che in qualche modo si cerca di far passare sotto silenzio un comportamento del Sole che alla lunga potrebbe rivelarsi drammatico per l’intero pianeta, ma per quale motivo ciò venga fatto non sta a me giudicare.
La stessa immagine di poco sopra del SDO del 5 agosto 2010 tratta però dal database dell’Osservatorio Solare di Palazzo Someda. L’inclinazione dell’equatore nella visione al telescopio è di circa 75° e spiega la diversa disposizione delle stesse macchie rispetto l’immagine di SDO.
Al contrario bisogna riconoscere che i conteggi alternativi come il NIA’s SN Count e il Layman’s Count appaiono sempre aderenti a quanto verificato personalmente al telescopio.
La mia scelta alternativa di una seconda osservazione, effettuata con strumentazione di livello tecnologico paragonabile a quello presente intorno all’800, dopo quattro mesi ha sicuramente dato buoni risultati. Sicuramente parallela ai risultati dei conteggi alternativi sopra citati.
Citiamo infine quanto riferito da un noto sito meteo ( 3bmeteo ): la NASA ha rivisto ancora una volta al ribasso l'intensità dell'attuale ciclo solare, secondo l'ultima proiezione, datata 3 Settembre 2010, il massimo di attività sarà raggiunto tra poco meno di tre anni. Nel giugno 2013 il numero giornaliero di macchie dovrebbe essere pari a 63.6 unità, mentre il nuovo minimo dovrebbe iniziare nel 2016. L'attuale proiezione taglia di 0.5 macchie giornaliere quella proposta nel luglio scorso. La primissima proiezione, risalente al lontano Dicembre 2006, indicava un ciclo 24 di intensità estrema, capace di raggiungere un picco di 160 macchie/giorno! A disanza di 4 anni la NASA ha ridotto del 64% il numero di sunspots annunciando l'8° ciclo più debole dal 1700. Per dare un termine di paragone il massimi del ciclo 23, raggiunto a fine 2000, toccò le 118 unità, ciò significa che il massimo venturo sarà più debole del predecessore di quasi la metà (-47% circa).
L’ultima proiezione NASA datata 3 settembre 2010.
Permettetemi di dire da piccolo osservatore continuativo dell’attività solare: queste sono solo sciocchezze! E non importa che lo dica la NASA, non hanno nessuna base scientifica reale.
Come ultimamente affermato da Leif Svalgaard, il più famoso fisico solare vivente, bisogna cominciare a tesaurizzare le osservazioni empiriche per capire il futuro del Sole e, aggiungo io, bisogna staccarsi totalmente dai modelli fino ad ora utilizzati e ai quali la NASA sembra indissolubilmente legata.
Le osservazioni empiriche ci dicono che il Sole non si riprende e quando sembra che riparta per benino, torna in letargo con indici solari che precipitano.
Anche la nuova macchia comparsa nell’emisfero meridionale ieri (sabato 11 settembre) è semplicemente frutto di un area che al precedente giro aveva generato la macchia numerata 1100 dal NOAA e al giro ancora precedente era numerata 1078.
Quindi non si tratta di nuove aree, ma sempre della stessa che continua a fare più giri. Quando questo accade, ciò è indice di un massimo solare incipiente o in corso.
Se a questo aggiungiamo che le scarse aree di nuova formazione sono sempre più spostate verso l’equatore, possiamo con una certa sicurezza concludere che il massimo solare per quanto riguarda l’emisfero settentrionale è probabilmente già in corso. A questo seguirà a distanza di un anno quello dell’emisfero meridionale, che è in ritardo di circa questo intervallo temporale rispetto al settentrionale.
Cosa si aspetta la NASA che le macchie solari improvvisamente ricomincino a ricollocarsi ai poli per ripartire verso il “loro” vero massimo? Oppure che i diagrammi a farfalla che seguono la discesa verso l’equatore delle macchie con l’evoluzione del ciclo vengano completamente stravolti per seguire i loro modelli?
La nuova previsione della NASA appare pertanto sprofondare nel ridicolo.
Ma se il massimo è incipiente o già in atto per quanto riguarda l’emisfero settentrionale, dopo quello dell’emisfero meridionale, cosa ci aspetta poi?
Poi aspettiamoci un periodo di discesa veramente intenso, con l’inizio di un minimo importante, quanto lungo ce lo dirà il tempo, ma è ipotizzabile che sarà molto lungo, almeno da quanto deducibile dalle premesse.
Pablito - 12 settembre 2010
Torna a Home Articoli |